TUTTO FATTO RIGOROSAMENTE A MANO
Quando, nel 1999, Francesco e Silvia ritennero che era arrivato il momento di cambiare vita, cioè di sposarsi, iniziarono ad esplorare anche la possibilità di cambiare radicalmente le loro distanti attività.Trasformarle in qualcosa che potesse invece permettere loro di stare vicini. Uno di fianco all'altra. Le idee sono idee e, specie queste, a priori non si possono criticare. Senonchè, l'ambiente circostante, prevalentemente turistico, per consentire di stare
insieme, sembrava suggerire la solita soluzione: la gestione di un albergo, o di un ristorante o di un bar. No. Niente da fare. Lavori molto, troppo impegnativi da tutti i punti di vista avendo il desiderio di crearsi una famiglia.Poi, a forza di immaginare, cercare, guardarsi attorno, dopo essersi logorati il cervello, un bel giorno ebbero un'idea. Un'idea che, ad esporla a parole, sembrava una cosa semplice semplice, da ragazzi quasi ingenui. Di quelle che, lì per lì, ti sembrano da afferare subito, da non lasciarsi sfuggire.Senza sapere invece cosa poteva starci dietro e a che cosa sarebbero andati incontro. Pensarono ad un negozio di "pasta fresca". In fin dei conti, pensarono, cosa ci vuole? Un tagliere, un mattarello, della farina e dell'acqua. Grandi capitali da investire non ce ne vogliono, niente macchine, niente attrezzature, soltanto forza di volontà e nelle braccia. E Il lavoro, se fatto bene, non dovrebbe mancare. Se fatto bene...già! Ma chi ti dice se il lavoro come lo immagini tu sarà un lavoro fatto come si deve? Bene. Nel maggio del 2000 Silvia e Francesco (meglio conosciuto in tutta Cesenatico, dove è nato e cresciuto, come Checco) si sposarono.Il tempo di tirare il fiato e poi subito a battere a tappeto tutto il parentado, specie quello stagionato, in cerca di consigli e suggerimenti, magari
di qualche occulto segreto. In fin dei conti, le origini di ambedue, alla lunga, erano origini campagnole. Meglio di così? Quindi, armati di tutta la loro migliore buona volontà, in quello stesso anno 2000, si presentarono al pubblico come i nuovi "maestri pastai" per i palati più esigenti. Ed ecco, nella centralissima via Baldini, "Il Mattarello". Con l'ovvio commento "chi vivrà vedrà". Lui, Checco, considerati i bicipiti, passava dalla realizzazione di vetri artistici alla stesura delle sfoglie, e lei dalla creazione di cocktail e caffè alla artistica chiusura di cappelletti e tortellini. Sequestrarono per qualche tempo la nonna Cesarina, la massima raccolta di cultura e tradizioni della cucina e della tavola della nostra Romagna, alla quale nonna saccheggiarono tutto il sapere accumulato negli anni. E partirono. Non che non fosse un buon avvio, ma...come in tutte le cose di questo mondo, qualche "ma" viene sempre a galla. A pensarci bene, col solito senno di poi, era più che naturale. Per il semplice fatto che il coraggio può spingere all'improvvisazione, sì, può far fronte alle asperità, d'accordo, può portare anche alla vittoria, ma sempre frutto di improvvisazione rimane tutto ciò che ne viene fuori. Si poteva evocare la ventennale propensione di marinai, muratori e agricoltori di queste parti a trasformarsi, grazie al boom del turismo, in albergatori o ristoratori nel giro di pochi mesi. Ma restava il fatto che dietro le spalle di quella gente non c'era un minimo di coripieni, per le lasagne. E del pesce. E delle verdure. Qui, la serie di prove ed esperimenti fu lunga e paziente. Per le carni furono messi alla prova diversi fornitori, con tanto di impegno sulla qualità e persino sul taglio della carne stessa. Ad ogni risultato non soddisfacente seguiva l'immediato cambio di fornitore. Per i formaggi la faccenda fu più complessa, Dato il numero di offerte sul mercpersino ad andare alla ricerca di vecchi artigiani per farsi dire qual'è il legno migliore per i taglieri e per i mattarelli. Che furono subito sostituiti. Possono sembrare delle inezie ma di certo non lo sono. Anzi. Se a questo si agginge che, al di là di ogni leggittimo dubbio, per controllarerisponde al vero che tutta la lavorazione fatta al "Mattarello" è rigorosamente manuale, è sufficiente sbirciare oltre la porta del laboratorio per vedere quel che vi succede. Senza nessun occultamento di qualunque fase. Sono trascorsi dodici anni. L'azienda di Silvia e Checco, piccola per dimensioni, è diventata grande per la notorietà raggiunta presso una clientela sempre più attenta, ma sempre più appagata. In parte, oltre che del posto, è
gente proveniente anche da città non proprio vicine. Gente che periodicamente abbina la gita magari in camper a Cesenatico con la provvista di cappelletti e ravioli per qualche settimana. Gratificati e lusinghieri anche le tante notizie e tanti articoli dedicati al "Mattarello" e alla sua unicità dalla stampa sia locale che nazionale, come il mensile "Bell'Italia" che, parlando delle "paste della tradizione", realizzate da Silvia, si soffermava poi sulla "reinterpretazione dei classici" alludendo alle lasagnette di pesce, vera specialità da golosi esigenti. Il percorso fatto, a questo punto, altro non può essere se non lo stimolo a fare ancora e sempre megliohi dal momento che doveva sposarsi con la patata. Capirono, a furia di prove, quali sono le patatempetenza professionale vera e propria. E il caso di Silvia e Checco rientrava proprio in quei "casi coraggiosi". Capirono ben presto che, se volevano emergere, dovevano trovare qualcosa che li distinguesse dagli altri: il più importante traguardo da raggiungere doveva essere il massimo della bontà del prodotto offerto, cioè qualcosa che superasse tutte le aspettative della clientela. Furono costretti a scendere nell'esame delle particolari proprietà di ogni singolo ingrediente, anche di quello apparentemente insignificante. Si resero conto, ad esempio, che ci sono farine e farine; che per ogni tipo di pasta occorre un determinato tipo di farina, macinata in maniera diversa. capirono qual'era la farina migliore per gli gnoccmigliori. Per non parlare delle carni e dei formaggi necessari per i ato. Si trattò di una vera e propria sperimentazione. Abbinata alla ricerca di quanto di meglio il mercato proponesse. E con prove di degustazione chieste a chi se ne intendeva. Ma, onde ottenere la giusta e caratteristica ruvidezza finale tipica, ad esempio, delle tagliatelle, si arrivò se
insieme, sembrava suggerire la solita soluzione: la gestione di un albergo, o di un ristorante o di un bar. No. Niente da fare. Lavori molto, troppo impegnativi da tutti i punti di vista avendo il desiderio di crearsi una famiglia.Poi, a forza di immaginare, cercare, guardarsi attorno, dopo essersi logorati il cervello, un bel giorno ebbero un'idea. Un'idea che, ad esporla a parole, sembrava una cosa semplice semplice, da ragazzi quasi ingenui. Di quelle che, lì per lì, ti sembrano da afferare subito, da non lasciarsi sfuggire.Senza sapere invece cosa poteva starci dietro e a che cosa sarebbero andati incontro. Pensarono ad un negozio di "pasta fresca". In fin dei conti, pensarono, cosa ci vuole? Un tagliere, un mattarello, della farina e dell'acqua. Grandi capitali da investire non ce ne vogliono, niente macchine, niente attrezzature, soltanto forza di volontà e nelle braccia. E Il lavoro, se fatto bene, non dovrebbe mancare. Se fatto bene...già! Ma chi ti dice se il lavoro come lo immagini tu sarà un lavoro fatto come si deve? Bene. Nel maggio del 2000 Silvia e Francesco (meglio conosciuto in tutta Cesenatico, dove è nato e cresciuto, come Checco) si sposarono.Il tempo di tirare il fiato e poi subito a battere a tappeto tutto il parentado, specie quello stagionato, in cerca di consigli e suggerimenti, magari
di qualche occulto segreto. In fin dei conti, le origini di ambedue, alla lunga, erano origini campagnole. Meglio di così? Quindi, armati di tutta la loro migliore buona volontà, in quello stesso anno 2000, si presentarono al pubblico come i nuovi "maestri pastai" per i palati più esigenti. Ed ecco, nella centralissima via Baldini, "Il Mattarello". Con l'ovvio commento "chi vivrà vedrà". Lui, Checco, considerati i bicipiti, passava dalla realizzazione di vetri artistici alla stesura delle sfoglie, e lei dalla creazione di cocktail e caffè alla artistica chiusura di cappelletti e tortellini. Sequestrarono per qualche tempo la nonna Cesarina, la massima raccolta di cultura e tradizioni della cucina e della tavola della nostra Romagna, alla quale nonna saccheggiarono tutto il sapere accumulato negli anni. E partirono. Non che non fosse un buon avvio, ma...come in tutte le cose di questo mondo, qualche "ma" viene sempre a galla. A pensarci bene, col solito senno di poi, era più che naturale. Per il semplice fatto che il coraggio può spingere all'improvvisazione, sì, può far fronte alle asperità, d'accordo, può portare anche alla vittoria, ma sempre frutto di improvvisazione rimane tutto ciò che ne viene fuori. Si poteva evocare la ventennale propensione di marinai, muratori e agricoltori di queste parti a trasformarsi, grazie al boom del turismo, in albergatori o ristoratori nel giro di pochi mesi. Ma restava il fatto che dietro le spalle di quella gente non c'era un minimo di coripieni, per le lasagne. E del pesce. E delle verdure. Qui, la serie di prove ed esperimenti fu lunga e paziente. Per le carni furono messi alla prova diversi fornitori, con tanto di impegno sulla qualità e persino sul taglio della carne stessa. Ad ogni risultato non soddisfacente seguiva l'immediato cambio di fornitore. Per i formaggi la faccenda fu più complessa, Dato il numero di offerte sul mercpersino ad andare alla ricerca di vecchi artigiani per farsi dire qual'è il legno migliore per i taglieri e per i mattarelli. Che furono subito sostituiti. Possono sembrare delle inezie ma di certo non lo sono. Anzi. Se a questo si agginge che, al di là di ogni leggittimo dubbio, per controllarerisponde al vero che tutta la lavorazione fatta al "Mattarello" è rigorosamente manuale, è sufficiente sbirciare oltre la porta del laboratorio per vedere quel che vi succede. Senza nessun occultamento di qualunque fase. Sono trascorsi dodici anni. L'azienda di Silvia e Checco, piccola per dimensioni, è diventata grande per la notorietà raggiunta presso una clientela sempre più attenta, ma sempre più appagata. In parte, oltre che del posto, è
gente proveniente anche da città non proprio vicine. Gente che periodicamente abbina la gita magari in camper a Cesenatico con la provvista di cappelletti e ravioli per qualche settimana. Gratificati e lusinghieri anche le tante notizie e tanti articoli dedicati al "Mattarello" e alla sua unicità dalla stampa sia locale che nazionale, come il mensile "Bell'Italia" che, parlando delle "paste della tradizione", realizzate da Silvia, si soffermava poi sulla "reinterpretazione dei classici" alludendo alle lasagnette di pesce, vera specialità da golosi esigenti. Il percorso fatto, a questo punto, altro non può essere se non lo stimolo a fare ancora e sempre megliohi dal momento che doveva sposarsi con la patata. Capirono, a furia di prove, quali sono le patatempetenza professionale vera e propria. E il caso di Silvia e Checco rientrava proprio in quei "casi coraggiosi". Capirono ben presto che, se volevano emergere, dovevano trovare qualcosa che li distinguesse dagli altri: il più importante traguardo da raggiungere doveva essere il massimo della bontà del prodotto offerto, cioè qualcosa che superasse tutte le aspettative della clientela. Furono costretti a scendere nell'esame delle particolari proprietà di ogni singolo ingrediente, anche di quello apparentemente insignificante. Si resero conto, ad esempio, che ci sono farine e farine; che per ogni tipo di pasta occorre un determinato tipo di farina, macinata in maniera diversa. capirono qual'era la farina migliore per gli gnoccmigliori. Per non parlare delle carni e dei formaggi necessari per i ato. Si trattò di una vera e propria sperimentazione. Abbinata alla ricerca di quanto di meglio il mercato proponesse. E con prove di degustazione chieste a chi se ne intendeva. Ma, onde ottenere la giusta e caratteristica ruvidezza finale tipica, ad esempio, delle tagliatelle, si arrivò se
CAPIZZI SILVIA & C. S.N.C.- Via Baldini 6 47042 CESENATICO (FC) P.I. 03101890402 - TELEFONO e prenotazioni 393 8843995
Orari di Apertura: TUTTE LE MATTINE ore 8-13 (Lunedì CHIUSO)
e-mail : mailto:[email protected] - Sito web : http://www.mattarellopastafresca.it
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